lunedì 12 maggio 2025

Sempre all-in:

Sempre stanca, sempre aggiornata, sempre all-in: il prezzo di fare tutto da sola

Ci sono giorni in cui mi sento come una batteria dell’‘87 che si ostina a funzionare con un caricabatterie mezzo rotto.

Funziono. Ma non chiedetemi come.

Non vado in burnout, non mi sdraio sul pavimento piangendo disperata – non ancora almeno – ma sono spesso esaurita, stanca di testa, stanca di corpo, stanca di stare al passo con me stessa.

Perché sì, mi aggiorno, studio, provo, cambio, miglioro, sperimento.

Sono una macchina creativa alimentata a ossessione e Coca-Cola.

E anche quando ho gli occhi gonfi dal sonno o non riesco a guardarmi allo specchio per il livello di scazzo cosmico, produco. Creo. Rispondo. Reggo.

E no, non lo dico per vantarmi.

Lo dico perché non è per niente romantico.



“Come fai a fare tutto?”

Con lo stomaco chiuso, l’agenda che mi guarda con disprezzo e zero tempo per me. Eppure, lo faccio.

Perché la verità è che tutto quello che vedi del mio lavoro l’ho fatto io.

Dal concept alla consegna.

Dal reel al pacco da spedire.

Dall’idea al colore giusto, alla musica da mettere sotto.

Tutto è sulle mie spalle.

Ci sono giorni in cui sono una creativa di lusso con il rossetto perfetto e l’idea brillante, e giorni in cui sono la magazziniera scoglionata, la tecnica luci, la montatrice video, la social media manager che risponde con tono professionale mentre mangia un biscotto sbriciolato sulla tastiera.


Sono ovunque. Ma non sono invincibile.

Il problema di chi sa fare tante cose è che nessuno si chiede mai se stia bene.

Danno per scontato che tu ci riesca.

Che tu abbia trovato la formula.

Che tu sia brava a gestirti.

Ma io, che vivo dentro questa testa, so benissimo che la gestione non è mai davvero perfetta.

Il mio multitasking è un rodeo. E la mia routine? Uno sketch tragicomico con micro-ondate di panico alternate a momenti di concentrazione assoluta.


Eppure continuo. Ma non per “resilienza”.

Continuo perché questo è il mio lavoro. E lo voglio. Fortissimissimo.

Voglio farlo bene, sempre meglio.

Voglio essere avanti, creativa, libera.

Voglio lavorare per me, con me, secondo i miei codici.

Anche se a volte io stessa sono il mio peggior capo: esigente, pressante, intransigente.

Anche se mi sveglio alle 5 del mattino e poi resto a letto a cercare di convincermi che oggi ce la faccio.

Anche se mangio alla scrivania, rispondo alle chat con una mano mentre correggo un colore con l’altra, e mi dimentico come si fa a “rilassarsi” senza sentire colpa.


Non ho tutto sotto controllo. Ma non ho nemmeno intenzione di fermarmi.

Ecco, se ti stavi chiedendo com’è lavorare da sola, fare tutto da sola, scegliere questo mestiere e metterci dentro tutto: è un delirio. Ma è il mio delirio.

Non fingo che sia semplice, non recito la parte dell’equilibrata zen.

Io sono sempre in tensione tra il voler fare bene e il non voler crollare. E se non ho ancora mollato, è solo perché questa vita – anche storta, anche stancante – è quella che mi sono scelta. 

Con tutto il casino che comporta.


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