mercoledì 3 settembre 2025

Stranger Things – Stagione 4, Articolo 2

L’arte dell’incubo e i volti oltre Hawkins

La quarta stagione di Stranger Things non è più solo un racconto di avventura e orrore: è un’opera che fonde cinema, effetti visivi e memoria collettiva. Hawkins diventa un teatro in cui i mostri non vivono solo nello schermo, ma anche nei rimandi che gli attori e i registi portano con sé da altre produzioni.


Vecna: quando il male prende corpo

La differenza più evidente con le stagioni precedenti è la forma del nuovo antagonista: Vecna.
Non più una creatura indefinita o un’ombra, ma un essere umano trasformato in incubo vivente. La sua realizzazione è stata un trionfo di prostetica e CGI:

  • il corpo era un costume prostetico indossato da Jamie Campbell Bower,

  • arricchito da dettagli digitali realizzati in ZBrush e rifiniti in Maya e Substance Painter,

  • i movimenti dei tentacoli simulati in Houdini,

  • e il compositing finale in Nuke.

Bower restava ore sul set per indossare il costume, e la sua voce, alterata in post-produzione, portava l’orrore a un livello psicologico più che viscerale.

💡 Chicca da intenditori: Jamie Campbell Bower non è nuovo al buio: lo avevamo visto in Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 1 come il giovane Grindelwald e in The Twilight Saga come Caius dei Volturi. La sua carriera sembra un percorso naturale verso Vecna: l’oscurità gli scorre nelle vene da sempre.


Paul Reiser: il medico buono e l’uomo decaduto

Il ritorno del dottor Owens porta un volto rassicurante: Paul Reiser.
In Stranger Things è la voce della ragione, l’adulto che vuole proteggere Undi, quasi un “contraltare” al crudele Brenner.

💡 Ma pochi sanno che Reiser compare anche in The Boys (Stagione 3, Episodio 5), nei panni de La Leggenda: un uomo cinico e decadente, circondato da cimeli dei supereroi, ridicolo e grottesco. Riconoscerlo in quel ruolo è una chicca da fan attenti: dal medico empatico al caricaturale archivista del degrado supereroistico.


Matthew Modine: il ritorno di Papà

Il dottor Brenner torna nella quarta stagione, e la sua presenza è ancora più algida e inquietante.
Modine, con il suo volto severo, porta in scena una freddezza che rimanda inevitabilmente al soldato Joker di Full Metal Jacket (1987, Stanley Kubrick).
💡 Un cortocircuito affascinante: lo spettatore che conosce il cinema d’autore vede nel suo sguardo la memoria del giovane idealista del Vietnam, ormai trasformato in un “padre” ossessivo che gioca con la vita dei ragazzi.


Robert Englund: dall’incubo all’incubo

La casa di Creel è il cuore della quarta stagione, e chi vi abita porta con sé un’eredità cinematografica potentissima: Robert Englund, il leggendario Freddy Krueger, interpreta Victor Creel.
Non è solo un cameo: è un passaggio di testimone. Stranger Things non omaggia semplicemente Nightmare on Elm Street, lo porta dentro di sé con il suo stesso interprete.

💡 Un’apparizione che trasforma la serie in un ponte: gli incubi degli anni ’80 e quelli di oggi si guardano in faccia.


Sadie Sink: il cuore emotivo

La quarta stagione è anche il trionfo di Sadie Sink (Max). La scena in cui, sospesa nell’aria, riesce a sfuggire a Vecna correndo verso la luce sulle note di Running Up That Hill è diventata iconica.
💡 Sadie non arriva dal nulla: prima aveva già recitato nella trilogia horror Fear Street (2021, Netflix), ma qui raggiunge una profondità drammatica che la rende uno dei volti più apprezzati della sua generazione.


David Harbour e la metamorfosi di Hopper

Hopper, imprigionato in Russia, mostra un fisico e un volto trasformati. David Harbour aveva appena interpretato il Red Guardian in Black Widow (2021), ruolo che lo aveva costretto a un lavoro fisico importante.
💡 Riconoscere lo stesso attore nella divisa sovietica Marvel e nella prigionia di Stranger Things è un’altra connessione sotterranea che arricchisce la visione: Hopper non è solo un padre, è un guerriero sopravvissuto a più universi narrativi.


Colori e atmosfere

La fotografia della quarta stagione lavora sui contrasti:

  • rossi violenti nelle scene di Vecna,

  • blu glaciali nelle prigioni russe,

  • toni sporchi e decadenti nella casa Creel.

Il tutto rifinito in DaVinci Resolve, con una post-produzione che sottolinea i passaggi emotivi: dalle lacrime di Max al gelo negli occhi di Undi.


Conclusione

La quarta stagione di Stranger Things non è solo narrativa e spettacolo visivo. È una tela che intreccia cinema, televisione e cultura pop.
Per chi guarda distrattamente è un horror adolescenziale: ma per chi ha occhio, ogni attore porta dentro di sé altri mondi. Da Freddy Krueger a Full Metal Jacket, da The Boys a Fear Street: Stranger Things 4 è anche un gioco di rimandi, una caccia al tesoro di volti e filmografie nascoste che rende la visione un’esperienza multilivello.

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