giovedì 19 giugno 2025

Sostenere un progetto creativo, il mio progetto!

🐘 Sostenere un progetto creativo: come e perché


Ci sono momenti in cui tenere tutto dentro non basta.

Questo progetto, che molti di voi conoscono per i racconti, i video, gli articoli o le creazioni artigianali, esiste solo grazie a un lavoro costante e non retribuito, portato avanti in solitudine, con impegno e con la volontà profonda di creare valore.

Mi piace pensare che ogni cosa che pubblico abbia un senso: una storia che accende qualcosa, un oggetto che porta bellezza, un’idea che resta impressa. Ma per poter continuare a produrre senza dover continuamente sacrificare la qualità, ho bisogno anche di un supporto concreto.


💡 Perché ne parlo adesso?

Perché spesso, quando si lavora online, si dà per scontato che tutto arrivi da sé: che basti pubblicare, e magicamente qualcuno arrivi. Ma non è così. I numeri crescono lentamente, i social richiedono costanza e algoritmi sempre da decifrare, e le giornate hanno sempre meno ore.

In questi mesi ho fatto delle scelte: non pubblicare contenuti solo “per esserci”, non svendere il mio lavoro e soprattutto non abbandonare la coerenza con il progetto in cui credo. Ma questo ha un costo, non solo in termini di tempo ma anche economici.

Per questo oggi voglio parlarti di come puoi aiutarmi, se ti va.


✴ Modi concreti per supportare questo progetto

1. 🤍 Una donazione libera: la mia campagna GoFundMe

Ho aperto una campagna su GoFundMe dove puoi, se lo desideri, fare una donazione anche minima, una tantum.

È un modo diretto per darmi fiato, per permettermi di continuare a lavorare su racconti, illustrazioni, podcast, materiali didattici e tutto ciò che condivido gratuitamente.

👉 https://www.gofundme.com/f/smv45-aiutami-a-creare?attribution_id=sl:f2184508-0593-4f7f-a7a5-66a42ec1d522&lang=it_IT&utm_campaign=fp_sharesheet&utm_medium=customer&utm_source=copy_link

Con ogni contributo posso coprire costi tecnici (piattaforme, strumenti, abbonamenti), materiali, ma soprattutto tempo dedicato al progetto.


2. 🛍 Acquistare le mie creazioni artigianali

Se preferisci un sostegno che ti lasci anche qualcosa tra le mani, puoi visitare il mio shop su Vinted.

Tutti i pezzi sono fatti a mano, unici e non replicabili. Ogni oggetto racconta una storia, è legato al mio mondo narrativo o visivo, e porta con sé un pezzo del mio percorso.

👉 https://www.vinted.it/member/220260425-hipunkoppancoppa



Dove mi trovi (e perché è utile seguirmi)

Il progetto vive su più piattaforme, ognuna con una funzione diversa. Sostenere anche solo con la presenza è già un gesto. Ecco come puoi restare in contatto con me:

• 🎥 YouTube – È la mia base, dove trovi video podcast, sinossi dei racconti, monologhi, vlog e aggiornamenti dal dietro le quinte.

• 📸 Instagram – Dove condivido idee, copertine, spoiler e scelte partecipate: puoi votare, commentare e influenzare ciò che creo.

• 🎬 TikTok – È il luogo della conversazione diretta e dei lanci rapidi. Qui parlo, rispondo, mi espongo.

• 📺 Twitch – Sto costruendo un contenuto critico, educativo e performativo che unisce il mio lavoro e la mia formazione.

• ✍ Il Blog – Una vera rivista digitale, dove spiego, approfondisco, unisco i puntini tra ciò che creo e ciò che significa farlo oggi.

• 🛍 Vinted – Il mio shop con le creazioni uniche, fatte tutte a mano e legate ai miei racconti.



🌱 Sostenere non è pietà, è fiducia

Non ti chiedo di aiutarmi “per pena” o “perché sono piccola”.

Ti chiedo di farlo se credi in quello che sto cercando di costruire: un modo nuovo di raccontare, creare, ispirare e spiegare.

Il supporto non serve a “farmi sopravvivere”, ma a non dover scegliere tra creare bene e creare in fretta, tra portare avanti il progetto o metterlo in pausa per cercare altro.

Spero che questo sia chiaro, e che magari, se anche solo una cosa che ho creato finora ti è rimasta dentro… tu possa considerare l’idea di aiutarmi a farne ancora di più.


Con gratitudine,

Hipunkop.

martedì 17 giugno 2025

Perché certe storie, anche se le conosciamo già, non smettono di emozionarci?

Perché storie come Hunter x Hunter e My Hero Academia ci piacciono ancora: archetipi, affezione e somiglianze profonde


C’è un motivo per cui, anche davanti a personaggi che sembrano “già visti”, non ci stanchiamo mai davvero. Hunter x Hunter e My Hero Academia non sono la stessa storia, ma condividono molto più di quanto si pensi. E il punto non è semplicemente educativo o morale. È qualcosa di più sottile, psicologico: ci affezioniamo a certi schemi narrativi perché parlano a parti profonde di noi — e, se ben fatti, non smettono mai di funzionare.


Colori, caratteri e protagonisti: Gon e Midoriya, così diversi e così simili

Guardiamoli da vicino.

Gon Freecss (HxH) e Izuku Midoriya (MHA) sono due protagonisti infantili nel cuore, ma determinati fino all’ossessione. Entrambi hanno una morale incrollabile, una volontà pura, e una determinazione che non nasce da un bisogno di vendetta, ma da un bisogno di appartenenza e identità.

• Gon vuole trovare suo padre.

• Midoriya vuole diventare un eroe, come All Might, e dimostrare di valere qualcosa nonostante il suo essere “senza poteri”.

Entrambi sono cresciuti con un solo genitore, e la loro vita emotiva è segnata da questa assenza: non in senso tragico, ma come vuoto da riempire, come spinta narrativa e affettiva.

Entrambi sono verdi, nel colore (inconfondibile) e nella simbologia: il verde è crescita, rinnovamento, speranza, ma anche un colore difficile da portare senza equilibrio — proprio come loro.


Non sono i soliti “bravi ragazzi”. Sono buoni, ma non innocui. Possono essere egoisti, ingenui, testardi. Ma non sono mai cinici. Sono pronti a perdere tutto, pur di tenere fede a un’idea di sé che spesso è più grande di loro.


Il gruppo che si forma attorno a loro: l’amico “difficile”, il riflessivo, il curatore


Qui le somiglianze si fanno ancora più evidenti. Ogni protagonista è circondato da un microcosmo relazionale che segue archetipi precisi:

L’amico con il caratteraccio, ma lealtà profonda: Killua e Bakugo.

Due personaggi esplosivi, autodistruttivi, geniali. Entrambi brillano di luce propria e non sopportano di essere messi da parte. Eppure, alla fine, la loro relazione col protagonista è quella che evolve di più.

Il compagno riflessivo, coscienzioso, strategico: Kurapika e Tenya Iida.

Diversi esteticamente, ma simili nell’approccio mentale. La giustizia per loro è metodo, non solo sentimento. Hanno un ideale morale altissimo, ma non cieco.

Il personaggio “curatore”/medico che protegge e sostiene: Leorio e Recovery Girl.

Entrambi sono figure di cura, ma anche di grande concretezza. Non sono i saggi distaccati, ma persone presenti, a volte buffe, altre volte dolorosamente umane.


Questi ruoli non sono semplici cliché: sono strutture relazionali che ci parlano di equilibrio, di crescita personale, di gruppo, e di confronto continuo con la realtà.


L’elemento scuola e prova: tra Esami, Selezioni e Tornei

Sia in HxH che in MHA, c’è una struttura narrativa costruita attorno alla formazione.

• In Hunter x Hunter è l’Esame per diventare Hunter.

• In My Hero Academia è l’accesso alla U.A. e tutto il percorso scolastico.


Questa impostazione non è solo “comoda” dal punto di vista narrativo, ma psicologicamente coinvolgente: ci piace vedere i personaggi alle prese con prove, esami, valutazioni, livelli di potere. È il principio della crescita misurabile. E ci permette di vivere, tramite loro, una forma di progresso personale che nella realtà non sempre è così chiara.


Perché queste storie funzionano ancora? Non solo educazione, ma bisogno di identificazione

Sarebbe facile dire che ci piacciono perché “insegnano valori”. Ma non è abbastanza. Queste storie ci coinvolgono perché ci fanno sentire parte di un cammino. Ogni personaggio cresce, sbaglia, si corregge, crolla e si rialza. E lo fa con coerenza, anche quando la strada è dolorosa.

Non sono superuomini. Sono ragazzi che inciampano. Ma non si arrendono mai, e questo — più di ogni altra cosa — tocca corde profonde.

L’attrazione non è solo narrativa: è psicologica.

Ci affezioniamo ai ritmi, ai colori, ai ruoli ricorrenti. Sappiamo che ci sarà il compagno difficile, la rivalità, il torneo, la crisi, il sacrificio. Ma ci torniamo sempre, perché ognuna di queste tappe è uno specchio: non per come siamo, ma per come vorremmo diventare.


E alla fine, perché non ci stanchiamo?

Perché certe storie, se ben costruite, non sono “uguali”. Sono rituali. E i rituali non annoiano mai, se il contesto li rende vivi, veri, emozionanti.

Gon e Midoriya non sono copie l’uno dell’altro. Sono varianti dello stesso archetipo: il ragazzo che cerca di essere all’altezza di sé stesso, e che nel farlo cambia il mondo intorno a sé.

In un mondo caotico, incostante, disilluso, storie così ci danno una bussola. E se ci commuoviamo ancora per un potere sbloccato all’ultimo momento o per un legame che si rinsalda sotto pressione… è perché in fondo ci crediamo ancora. E ci fa bene.


lunedì 16 giugno 2025

Ritorno sul blog:

Ritorno sul blog: cosa succede quando si stacca un attimo… troppo


Ho fatto una pausa, più lunga del previsto.

Non per mancanza di idee, ma per priorità diverse, che in certi momenti si impongono da sole.

Non credo sia necessario raccontare troppo: la rete è già piena di spiegazioni e bilanci personali. Non voglio aggiungere altro rumore.

Questo spazio non è fatto per riempire, ma per costruire. Anche il silenzio, a volte, fa parte del processo. In questi giorni ho osservato, raccolto materiali, e ridefinito direzioni. Ora si riprende. Con più precisione.

Ho interrotto anche la produzione su YouTube.

È una decisione più “visibile” e forse più grave, perché è lì che i contenuti richiedono la maggiore cura. Ma continuare a pubblicare, pur di esserci, avrebbe significato fare tutto — e male. E questo mi dà profondamente fastidio, soprattutto se si parla di un progetto in cui credo.

YouTube, in particolare, richiede tempo. Tempo vero.

Se aumento la qualità, non bastano più tre giorni per un video: ce ne vogliono sei o sette. Solo per arrivare a un risultato che mi convinca davvero. E questo nemmeno comprende la fase iniziale, quella più invisibile ma indispensabile: ricerca, stimoli, apprendimento tecnico. Dove la infilo, se ogni passaggio ha un peso?

La verità è che, mentre sembra che io sia stata ferma, in realtà ho lavorato su tutto.

Semplicemente, non era ancora pronto per essere pubblicato. E invece di procedere “a caso”, ho scelto di fermarmi per cambiare metodo, soprattutto sul piano qualitativo.

Anche perché, a livello di partecipazione, non ho ancora visto quel progresso che — in teoria — dovrebbe accompagnare lo sforzo costante. Questo mi ha fatto riflettere. Se le cose non crescono, è il momento di capire come farle crescere, dove migliorare, cosa ripensare.


Una precisazione doverosa: questo articolo non significa che da oggi tornerò a pubblicare cinque volte a settimana.

Purtroppo, ancora no. Per tutta la fase estiva sarò più saltuaria: qualche aggiornamento, ma niente ritmo serrato.


Detto questo, c’è spazio.

Esiste una sezione del progetto aperta a un massimo di otto collaboratori al mese, con un articolo a testa. È una formula semplice ma concreta, pensata per chi desidera contribuire, magari in modo continuativo, magari affezionandosi a un giorno specifico del mese.

Se qualcuno volesse partecipare, questo è il momento giusto: l’estate è leggera, e lo spazio c’è.


Grazie a chi c’era, a chi torna, e a chi passa per caso.

Il blog riprende da qui. Senza fretta. Ma con intenzione.


MANIFESTO – L’eco di un mondo in costruzione

L’eco di un mondo in costruzione Questo che presento non è un semplice progetto creativo, né un franchise, né un prodotto editoriale qualunq...