lunedì 5 maggio 2025

Napoleone Bonaparte: L’Hobbit che si credeva un Mago

Napoleone Bonaparte: L’Hobbit che si credeva un Mago

“Un uomo basso che voleva dominare il mondo: una storia di piccole grandezze”

Ah, Napoleone. La sua storia è già di per sé un po’ una favola, ma più che un eroe epico, lui era un po’ come un Hobbit che voleva fare il Gandalf, ma non aveva né il potere né la statura (e non parlo solo di altezza).

Immaginatelo: un tipo basso, con ambizioni che superano di gran lunga le sue capacità, che un giorno si sveglia e decide che tutto il mondo è il suo giardino. Solo che invece dei piedi pelosi e di una pacifica esistenza da agricoltore, lui si dà all’imperialismo. Che tanto, alla fine, cosa c’è di più facile? Basta alzare la testa, urlare, e sperare che qualcuno ti prenda sul serio. È un po’ come quando il tipo che fa palestra da tre giorni ti dice che sta preparando il corpo per la sua “carriera da bodybuilder”. Senti un po’ di pena, ma ti vergogni anche un po’ di ridere.


Napoleone: un Hobbit con sogni di grandezza

E così, Napoleone, con il suo cappello da imperatore che faceva tanto “grande stratega”, non riusciva a nascondere quella che sembra essere una tipica sindrome da Hobbit: piccolino, ma con un ego da gigante.

Si svegliava al mattino, probabilmente con il broncio (perché, come ogni Hobbit antipatico, non poteva mai essere di buon umore), e pensava: “Oggi è il giorno in cui faccio il giro del mondo e mi prendo tutto.” Non che avesse delle vere ragioni valide per farlo, ma chi è che ha bisogno di ragioni quando hai il cuore grande (o, meglio, un’ossessione gigante per la potenza)? Pensa a quando hai dieci cose da fare, ma il primo pensiero è “vado a comprare un altro paio di scarpe che probabilmente non indosserò mai”. Una situazione simile, ma con milioni di persone sotto il suo comando, che poi gli hobbit mica indossano le scarpe...



Le guerre, i castelli e la vita da “piccolo tiranno”

Napoleone, come un Hobbit con la sindrome da piccolo tiranno, passava il suo tempo a stare a capo di eserciti, travolgendo chiunque gli si mettesse davanti. Sì, proprio come un piccolo mostriciattolo che insegue il potere. Ma invece di dare la colpa al buon senso, ecco che si infilava in battaglie che non aveva davvero bisogno di combattere, credendo che ogni angolo del mondo fosse suo.

Per un po’, i suoi piani hanno funzionato, certo, come succede quando un Hobbit si ritrova una spada magica per caso. Ma il problema è che, nel caso di Napoleone, la spada si chiama “ego smisurato”, e ogni tanto tende a non fare bene il suo lavoro. E quando l’ego diventa troppo G R A N D E, il piccolo Hobbit si ritrova con il castello che gli crolla in testa. Non a caso, a un certo punto, è finito a Elba, probabilmente a tentare di costruire un castello con le sabbie mobili.


Napoleone e la sua eterna ricerca di una “bellezza imperiale”

Perché, ammettiamolo, Napoleone non si accontentava di essere il leader di una nazione, no. Lui voleva di più. Voleva essere un’icona, una sorta di Hobbit che immaginava di essere una specie di re senza corona. I suoi castelli e palazzi, ogni sua mossa, erano calcolati per farlo sembrare potente e inarrestabile. Solo che alla fine, più passava il tempo, più il suo regno sembrava una sorta di castello di carte – fragile, instabile, pronto a cadere alla prima folata di vento. E come quando ti fai la casa sull’albero troppo in alto e poi ti rendi conto che la tua adolescenza sta per finire, anche lui ha dovuto fare i conti con una realtà che gli ha detto: “Eh, piccolo Napoleone, ma ti sei fatto le spalle per il pesante gioco del potere?”


L’epilogo del piccolo uomo e delle sue folli aspirazioni

E così, Napoleone si trovò ad affrontare una realtà ben più grande di lui: un mondo che non si piegava ai suoi sogni di grandezza. E come il tipico Hobbit che non ha imparato a guardarsi intorno prima di lanciarsi in avventure troppo grandi, finì per essere sconfitto proprio da quello che non riusciva a controllare: la propria arroganza.

Alla fine, l’unica cosa che rimase di lui furono i suoi fallimenti e un’esistenza che, in un mondo fantastico, sarebbe finita in una buca da Hobbit, senza nemmeno una pietra a coprirgli la testa. Ma Napoleone, in qualche modo, è riuscito a diventare leggenda. 

Purtroppo per lui, non una leggenda di eroe, ma di quello che succede quando un Hobbit ha troppe idee per la testa.


Napoleone: 

Si quel piccolo uomo che sognava di dominare il mondo ma che finì per rimanere, nel cuore di tutti, sempre un po’… un Hobbit con un ego da gigante, che voleva tutto, ma non aveva idea di come gestirlo. E che, come tutti gli Hobbit antipatici, ha lasciato dietro di sé più macerie che vittorie.

Se per caso vi steste chiedendo il senso di questo articolo, sinceramente non lo so; ogni anno io festeggio questo giorno, perché come personaggio storico non mi è mai piaciuto NAPOLEONE e, quando dovevo studiarlo per me era una tortura. Quindi ho scritto di lui nella versione satirica migliore che mi sia venuta in mente per questo articolo. 

P.S. il disegno da me ideato però è fighissimo, vero?


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